BERGAMO, 07/09/2009 ADOTTABILE IN TUTTO NORD ITALIA
Miki è uno degli ultimi due cani rimasti dal sequestro di sotto il monte, 20 cani sottratti dalle mani di extracomunitari che giocavano ad investirli con le macchine in un recinto, molti di loro sono stati ritrovati morti o con gli arti spezzati e quelli salvati erano terrorizzati e segnati nello spirito. Da allora sono passati tre anni, 3 anni in cui Miki viene spostato da un canile all’altro. Eppure Miki è buonissimo, timido e tranquillo, di una dolcezza arrendevole, la dolcezza di chi ha molto sofferto e supplica solo che non gli sia fatto del male. Avrà circa otto anni, non lo sappiamo di preciso, lui non è mai stato di nessuno. Vive in cella con un altro maschio, non sa cosa significhi essere dominante, sembra un cagnolino lunare, pacato, riposante, i suoi occhi sembrano racchiudere tutta la tenerezza del mondo. Siamo andate a trovarlo e dopo pochi minuti che eravamo con lui l’ho chiamato, gli ho steso la mano, era la prima volta che mi vedeva e lui si è avvicinato, stupito, mi guardava come per dire, ma davvero chiami me, si è avvicinato subito, anche se nei suoi tanti anni di vita nessuno l’ha mai chiamato. Si vedono questi cagnolini che hanno trascorso tutta la loro vita in un canile o peggio, che non sono mai stati di nessuno, hanno lo sguardo di chi non è mai stato visto. Miki è molto bello, non è grande ed è un po’ magro, due occhi tenerissimi che non hanno conosciuto nulla se non la violenza e il canile, averlo sarebbe come adottare un piccolo bambino, la gioia di insegnargli a rispondere al proprio nome, di chiamarlo e di vedere che lui arriva, incredulo e felice che si chiami davvero lui. La gioia di portarlo a passeggio, lui ha imparato ad andare al guinzaglio, ma nessuno lo porta mai a vedere il mondo. Non lasciamolo lì, Miki è solo un dolce angelo rinchiuso, di una bontà infinita. E’ arrivato subito, appena l’ho chiamato, mi ha guardato, si è avvicinato alla mia mano come volesse darmi un bacio, otto anni di sofferenza cancellati in un piccolo gesto di una sconosciuta. Sarebbe felice in casa, in un giardino, adatto anche ai bambini, a cui insegnerebbe la dolcezza, la pazienza, e che nella vita non bisogna mai smettere di sperare, quando non c’è mai stato nulla, quando tutto sembra perduto, può sempre accadere un miracolo. Quando verrete a portarlo via, quando lui si ritroverà in una casa, vi prego raccontateci i suoi occhi. che Miki non si spenga con negli occhi solo dei recinti, che possa sapere che la vita è fatta anche di case, casette calde d’inverno, dolci, e che una di esse lo aspetta, stavolta davvero, aspetta lui.
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